Quali termini usare per descrivere l’obesità e le abbuffate

Weight bias

Riccardo Dalle Grave

Il sovrappeso e l’obesità sono argomenti frequentemente affrontati durante l’interazione tra terapeuti e pazienti, ma i termini da utilizzare per descrivere queste condizioni vanno attentamente considerati perché il peso corporeo è  un tema sensibile.  Alcuni termini, infatti, come “obesità morbigena” e “grasso” sono spesso  percepiti in modo negativo e stigmatizzante dalle persone affette da sovrappeso o da obesità e possono influenzare negativamente l’esito del trattamento. Questo è stato confermato da alcuni studi in cui si è osservato che i pazienti diminuiscono la loro motivazione a perdere peso e aumentano il consumo calorico a breve termine quando percepiscono che il terapeuta abbia di pregiudizi nei confronti del peso. Alcuni pazienti riportano anche di essere insoddisfatti della scadente comunicazione che hanno con gli operatori sanitari quando ricevono consigli sulla perdita di peso e di cambiare terapeuta se percepiscono delle attitudini stigmatizzanti e discriminatorie nei loro confronti.

Lydecker e collaboratori dell’Università di Yale, in uno studio che ha reclutato online 817 partecipanti (68,3% donne) da un campione della comunità,  hanno valutato quali fossero i termini preferiti dai partecipanti per discutere di obesità e abbuffate. Lo studio ha anche valutato se le differenze nelle preferenze siano influenzate da variabili socio-demografiche, dall’indice di massa corporea (IMC) e dalla presenza di episodi di abbuffata. I termini preferiti relati all’obesità sono stati “peso” e “IMC”, sebbene le donne abbiano valutato più negativamente rispetto agli uomini tutti i termini proposti. I partecipanti con obesità ed episodi di abbuffata hanno valutato i termini “peso”, “IMC”, “IMC non salutare” e “taglia larga” meno desiderabili rispetto a quelli con obesità senza episodi di abbuffata. Infine, i termini relati alle abbuffate sono stati generalmente classificati in modo neutro, mentre le descrizioni preferite sono state “mangiare anche se non si è fisicamente fame” e “perdita di controllo”.

I risultati dello studio forniscono indicazioni utili ai terapeuti sui termini da usare ed evitare con i pazienti quando affrontano temi riguardanti il sovrappeso e l’obesità, in particolare con le donne e le persone affette da obesità ed episodi di abbuffata che sembrano essere più sensibili a percepire in modo negativo alcune definizioni.  Queste indicazioni si aggiungono a quelle fornite dal Rudd Center for Food Policy & Obesity che raccomandano di “mettere sempre la persona prima della malattia” quando si descrive un individuo affetto da obesità; per esempio al posto di affermare “Ci sono molte persone obese e sovrappeso” dire “Ci sono molte persone affette da obesità e sovrappeso”. Etichettare, infatti, una persona con la sua malattia è disumanizzante e, come non si usa affermare che una persona è cancerosa quando ha il cancro, allo stesso non è opportuno affermare che una persona è obesa quando ha l’obesità. Il Rudd Center for Food Policy & Obesity raccomanda inoltre di usare termini descrittivi appropriati per l’obesità e il peso corporeo come le soglie di IMC e di privilegiare l’utilizzo di termini come “peso” o “eccesso di peso”, piuttosto che “problema di peso”, “grasso” e “gravemente obeso”.

Referenze

Lydecker, J. A., Galbraith, K., Ivezaj, V., White, M. A., Barnes, R. D., Roberto, C. A., & Grilo, C. M. (2016). Words will never hurt me? Preferred terms for describing obesity and binge eating. Int J Clin Pract. doi:10.1111/ijcp.12835.

Rudd Center for Food Policy & Obesity  Guidelines for Media Portrayals of Individuals Affected by Obesity. http://www.uconnruddcenter.org