Check del corpo in un campione non clinico di donne: evidenze sperimentali di uno specifico impatto sulla paura di aumentare di peso in modo incontrollato

Selvaggia Sermattei e Simona Calugi

AIDAP Empoli e Firenze

Fonte: Bailey N., Waller G. Body checking in non-clinical women: experimental evidence of a specific impact on fear of uncontrollable weight gain. Int J Eat Disord. 2017 Jan 20. doi: 10.1002/eat.22676

Il comportamento di check del corpo è considerato un fattore di mantenimento dell’immagine corporea negativa in quanto sembra magnificare le imperfezioni del corpo. Risulta, inoltre, essere associato ad alcuni atteggiamenti negativi legati al disturbo dell’alimentazione, come la paura di aumentare di peso in modo incontrollato. Tuttavia le evidenze in tal senso derivano da studi condotti in setting di laboratorio, per brevi periodi di tempo, con una bassa validità ecologica.

Nell’ottica di superare tali limitazioni, Bailey e Waller (2017) hanno recentemente pubblicato uno studio che si pone l’obiettivo di determinare se il check del corpo ha effetti dannosi sull’insoddisfazione corporea e la psicopatologia del disturbo dell’alimentazione, utilizzando un disegno sperimentale in un contesto naturalistico.

Gli autori hanno formulato le seguenti ipotesi:

  • Il check del corpo determinerà atteggiamenti più negativi nei confronti dell’alimentazione (tra cui la credenza dell’aumento di peso incontrollato), e più elevati livelli di insoddisfazione corporea.
  • Questo effetto sarà maggiore tra gli individui che mostrano livelli maggiori di psicopatologia del disturbo dell’alimentazione e del check del corpo, misurati in basale.

Ha preso parte allo studio un campione non clinico di 50 donne, che ha prima completato delle valutazioni sulla psicopatologia del disturbo dell’alimentazione (EDE-Q) e i check del corpo (BCQ) e, successivamente, ha partecipato a due condizioni previste dal disegno sperimentale per due giorni consecutivi (con un ordine randomizzato).

Una condizione prevedeva che in un giorno le partecipanti facessero uno specifico check del corpo (controllare un loro polso stringendolo fra pollice e indice) ogni 15 minuti per un periodo di 8 ore; l’altra condizione prevedeva, in un’altra giornata, un periodo di 8 ore senza questo check.

Alla fine di ogni giornata le partecipanti hanno completato una serie di valutazioni per misure di stato sull’insoddisfazione corporea (BSS), le attitudini verso l’alimentazione e la paura di aumentare di peso in modo incontrollato (ED-15).

I risultati mostrano che la prima ipotesi è stata parzialmente verificata: infatti il check del corpo ha prodotto un incremento della paura di aumentare di peso in modo incontrollato, mentre non si sono riscontrati effetti sull’insoddisfazione corporea o altre attitudini legate al disturbo dell’alimentazione.

Per quanto riguarda la seconda ipotesi si è trovato che, a seguito dei comportamenti di check del corpo, più alti livelli basali di psicopatologia del disturbo dell’alimentazione (in particolare preoccupazioni per la forma del corpo e per l’alimentazione) erano associati ad un incremento della paura di aumentare di peso in modo incontrollato, risultato non evidenziato durante la condizione senza check. Da notare che non si sono riscontrate associazioni significative con i livelli basali di check o con i cambiamenti dell’insoddisfazione corporea.

Lo studio sottolinea quindi come l’impatto dei check del corpo sia più marcato tra coloro che di base, hanno maggiori preoccupazioni per la forma del corpo e l’alimentazione, a dimostrazione che queste donne sono più vulnerabili agli effetti a breve termine del check del corpo.

È importante notare che lo studio presenta potenziali limiti all’interpretabilità dei risultati. In particolare: l’uso di una sola condizione attiva; il fatto che solo una delle variabili dipendenti fosse reattiva alla manipolazione sperimentale; la mancanza di verifica sulla compliance al compito. Tutti questi aspetti dovranno essere affrontati da ricerche future in questo campo che potranno estendere questi risultati anche ai maschi e alla popolazione clinica dei disturbi dell’alimentazione.

Le implicazioni cliniche dello studio riguardano la necessità di affrontare i check del corpo al fine di ridurre il mantenimento e/o il peggioramento dell’immagine corporea negativa e la psicopatologia legata al disturbo dell’alimentazione. Linee guida esistenti raccomandano l’uso di esperimenti comportamentali per ridurre la dipendenza dai check del corpo, educando le persone sui loro effetti negativi. Tuttavia, è anche possibile che i metodi basati sull’esposizione potrebbero aiutare a ridurre l’uso dei check al fine di diminuire l’ansia a breve termine, e che la psico-educazione e la ristrutturazione cognitiva potrebbero essere utilizzate per cambiare le credenze circa l’utilità dei comportamenti di check del corpo.