La prevenzione dei disturbi dell’alimentazione è efficace?

Riccardo Dalle Grave

I disturbi dell’alimentazione sono gravi disturbi mentali che colpiscono numerosi adolescenti e giovani adulti e che si associano a danni fisici e psicosociali significativi.  La prevalenza mondiale dell’anoressia nervosa (AN) è dello 0,21%, della bulimia nervosa (BN) dello 0,81% e del disturbo da binge-eating (BED) del 2,22%, con una maggiore prevalenza nelle donne rispetto agli uomini. La gestione dei disturbi dell’alimentazione è gravati da elevati costi annuali che variano da 2993 € a 55.270 € per l’anoressia nervosa, da 888 € 18,823 € per la BN e da 176 2€ a €2902 € per il BED. Nonostante il miglioramento dell’efficacia dei trattamenti disponibili, un ampio numero di persone colpite da disturbi dell’alimentazione sviluppa forme cliniche gravi e persistente che si associano alla resistenza al trattamento e a elevata mortalità e morbilità. Per tutti questi motivi è essenziale sviluppare e testare interventi efficaci per prevenire i disturbi dell’alimentazione.

Recentemente un gruppo di ricercatori australiani ha eseguito una revisione sistematica metanalitica della letteratura per quantificare l’efficacia degli interventi di prevenzione dei disturbi dell’alimentazione fino ad ora pubblicati. Gli autori hanno cercato gli studi controllati randomizzati che hanno valutato gli interventi di prevenzione per i disturbi dell’alimentazione dal 2009 al 2015 nei maggiori database elettronici (tra cui il Trial Register Cochrane Controlled, MEDLINE, PsychInfo, EMBASE, e Scopus) e hanno recuperato gli studi controllati pubblicati precedentemente da revisioni già pubblicate.   Dei 3790 studi identificati, 112 sono stati inclusi nella revisione. I risultati della metanalisi indicano che in generale gli interventi di prevenzione hanno un effect size da piccolo a moderato sulla riduzione dei fattori di rischio o dei sintomi dei disturbi dell’alimentazione al post-intervento e a di tre anni di follow-up.

Tra gli interventi di prevenzione universale, cioè quelli diretti a tutti gli individui che danno il consenso in una determinata popolazione, come una classe di una scuola superiore, solo l’educazione ad avere un approccio critico nei confronti dei media ha ridotto in modo significativo le preoccupazioni per il peso e la forma del corpo sia nelle femmine sia nei maschi.

Molti sono invece gli interventi di prevenzione selettiva, cioè quelli diretti agli individui che sono a elevato rischio di sviluppare un disturbo dell’alimentazione, come adolescenti asintomatici che hanno parenti di primo grado affetti da disturbi dell’alimentazione o che presentano alcuni fattori di rischio supportati da multipli e indipendenti fattori di rischio, che sembrano avere un effetto positivo. Tra questi l’intervento basato sulla dissonanza cognitiva, il cui programma “Progetto Corpo” è disponibile anche in lingua italiana, è risultato superiore rispetto all’intervento di controllo nel ridurre i sintomi del disturbo dell’alimentazione (effect size – 0,32). L’intervento basato sulla terapia cognitivo-comportamentale ha avuto l’effect size più grande (-0.40) sulla riduzione dei comportamenti dietetici non salutari a 9 mesi di follow-up, mentre l’intervento basato sul controllo salutare del peso ha ridotto alcuni i fattori di rischio dei disturbi dell’alimentazione e l’indice di massa corporea.

Nessun intervento di prevenzione mirata, cioè rivolto a individui che hanno dei sintomi dei disturbi dell’alimentazione, come seguire una dieta per modificare il peso e la forma del corpo ma che sono nelle fasi iniziali del disturbo, ha dimostrato di essere efficace nel ridurre i fattori di rischio dei disturbi dell’alimentazione.

Infine, la valutazione degli interventi di prevenzione combinati per i disturbi dell’alimentazione e l’obesità richiede ulteriori ricerche.

Gli autori della revisione hanno concluso che oggi abbiamo a disposizione vari interventi di prevenzione promettenti per ridurre i fattori di rischio dei disturbi dell’alimentazione, ma è ancora incerto se essi siano in grado incidenza l’incidenza effettiva dei disturbi dell’alimentazione.

Fonte: Le LK, Barendregt JJ, Hay P, Mihalopoulos C. Prevention of eating disorders: A systematic review and meta-analysis. Clin Psychol Rev. 2017 Feb 12;53:46-58. doi: 10.1016/j.cpr.2017.02.001

Programma che descrive l’intervento Progetto Corpo: Stice E, Presnell K.   Progetto corpo. Promuovere l’accettazione del corpo e prevenire i disturbi dell’alimentazione. 2011, Positive Press: Verona