Eating Attitude test a 26 Item (EAT-26)

Garner, D.M., Olmsted, M.P., Bohr, Y. and Garfinkel, P.E. (1982). The eating attitudes test: Psychometric features and clinical correlates. Psychological Medicine, 12, 871-878.

L’Eating Attitude Test (EAT-26) è il test più usato nel mondo per misurare i sintomi e le preoccupazioni caratteristiche dei disturbi dell’alimentazione ed è stato scelto dall’amminstrazione Clinton per il National Eating Disorders Screening Program del 1998. L’EAT-26 è stato usato in molte ricerche come strumento di screening per identificare precocemente le persone affette da disturbi dell’alimentazione. L’identificazione precoce dei disturbi può portare ad iniziare una cura più rapidamente e, come dimostrato da alcune ricerche, migliorare la prognosi dei disturbi dell’alimentazione.

Gli studi che hanno usato l’EAT-26 sulle adolescenti o sulle giovani donne adulte indicano che circa il ‘5% delle donne ottiene un punteggio uguale o superiore a 20. Le interviste diagnostiche effettuate nei soggetti con punteggi uguali o superiori a 20 hanno evidenziato che un’elevata proporzione ha un disturbo dell’alimentazione o una “sindrome parziale”, caratterizzata da alcuni, ma non tutti i sintomi richiesti per fare diagnosi di un disturbo dell’alimentazione.

Le interviste effettuate alle persone che hanno ottenuto un punteggio inferiore a 20 hanno evidenziato che l’EAT-26 produce pochi falsi negativi (cioè quelli con bassi punteggi all’EAT-26 che hanno un disturbo dell’alimentazione o serie preoccupazioni alimentari e che vogliono evitare d’essere intervistati).

L’EAT-26 da solo non permette di fare una diagnosi specifica di un disturbo dell’alimentazione. Ad ogni modo le ricerche hanno dimostrato che l’EAT-26 può essere un efficiente strumento di screening in un processo di screening a due fasi in cui gli individui che ottengono un punteggio uguale o superiore a 20 sono sottoposti ad un’intervista diagnostica da parte di uno specialista.

Se si ottengono dei punteggi inferiori a 20 è possibile avere un disturbo dell’alimentazione, così un punteggio basso non dovrebbe essere usato per evitare di chiedere aiuto professionale.

Se si ottengono dei punteggi uguali o superiori a 20 non si deve andare in panico. Ciò non vuol dire necessariamente che si ha un disturbo che minaccia la vita, significa solo che si dovrebbe consultare uno specialista per valutare la presenza di un disturbo dell’alimentazione ed eventualmente iniziare una terapia.

Un questionario di auto-somministrazione, affinché possa fornire informazioni accurate, richiede risposte oneste e aperte. Il fatto che la maggior parte delle persone abbia fornito risposte oneste e aperte, ha reso l’EAT-26 uno strumento importante ed utile per identificare e poi curare i giovani affetti da disturbi dell’alimentazione.

Se il punteggio che otterrai al test è superiore o uguale a 20 ti suggeriamo di contattare al più presto uno specialista nei disturbi dell’alimentazione per un’accurata valutazione diagnostica.

 
Se il risultato è minore di 20 non sei a rischio di avere un disturbo dell’alimentazione.

Se è superiore od uguale a 20 sei a rischio di avere un disturbo dell’alimentazione. Si consiglia di contattare immediatamente uno specialista per una valutazione diagnostica più approfondita